Legge francese anti-gaspillage: in Francia non si distrugge l’invenduto.


Approvata in Francia una nuova legge che abbraccia la causa dell’ecosostenibilità. La nuova normativa, concepita per lottare contro gli sprechi e a favore dell’economia circolare, è rivolta a proibire la distruzione e lo spreco dei capi di abbigliamento invenduti. La legge francese anti-gaspillage è stata approvata all’unanimità dal Senato. Dal 2022 i marchi di moda non potranno più distruggere i prodotti invenduti che, secondo il Ministero dell’Ambiente francese, valgono oltre 650 milioni di euro ogni anno.

Come riportato dalla legge, l’industria francese della moda è destinata ad affrontare il divieto di distruggere gli articoli invenduti richiedendo “ai produttori, agli importatori e ai distributori, comprese le piattaforme di commercio elettronico, come Amazon, di donare i beni non alimentari invenduti, tranne quelli che rappresentano un rischio per la salute o la sicurezza”.

L'articolo 5 della legge obbliga infatti i produttori, gli importatori e i distributori di nuovi prodotti a riutilizzare questi ultimi, tramite donazioni a “società socialmente responsabili”. In alternativa, possono riciclarli dando loro una seconda vita. La nuova legge agevola le donazioni eliminando limitazioni come la detrazione dell’iva, ostacolo fiscale che di fatto incentivava la distruzione dei prodotti invenduti. Le aziende saranno inoltre autorizzate a rivendere i propri articoli invenduti ai dipendenti, con sconti fino al 50%.

La nostra idea, non è di costringere le persone - ha detto il primo ministro Edouard Philippe - ma di accompagnare le imprese nella gestione degli stock, della produzione, del riciclo dei prodotti". "Il riciclo, l'economia circolare - ha aggiunto - sono elementi indispensabili per essere all'altezza delle sfide dello sviluppo sostenibile, la protezione del clima e della biodiversità".

Nel 2017 la Francia è stato il primo paese ad approvare una normativa sulla gestione dei rifiuti tessili attraverso la politica EPR con l'obiettivo di responsabilizzare i produttori tessili della raccolta e del riciclaggio dei rifiuti finiti: abbigliamento, biancheria e scarpe.

Nella pratica, spetta a chi immette sul mercato il prodotto la responsabilità finanziaria e organizzativa della fase della gestione della fase del fine vita in cui il prodotto diventa un rifiuto. Questo per incentivare i produttori a prendere in considerazione aspetti come la riciclabilità, la riusabilità e la durata dei loro prodotti già in fase di progettazione. A una normativa del genere sta pensando anche l’Italia e anche Commissione Europea potrebbe approvare una normativa prima del previsto.

La normativa impone a tutte le imprese che producono nuovi tessili e abbigliamento nel mercato francese di assumersi la responsabilità del riciclaggio/smaltimento corretto dei loro prodotti, sia contribuendo finanziariamente a un'organizzazione accreditata per la responsabilità del produttore (PRO), sia creando un programma di ritiro individuale approvato dalle autorità pubbliche francesi.

La Francia dimostra di assumersi impegni concreti nell’ affrontare i problemi ambientali e sociali sperimentando nuovi modelli produttivi e anche nuove pratiche di resell legate all’economia circolare.

All'inizio di settembre, i grandi magazzini Galeries Lafayette e Printemps hanno deciso di dedicare spazio alla moda circolare, mentre Le Bon Marché Rive Gauche ha aperto un dipartimento di casa vintage.

Galeries Lafayette ha inaugurato Le(Re)Store, uno spazio permanente di 500 metri quadrati interamente dedicato alla moda circolare; un piccolo spazio considerati i 70.000 metri quadrati di esposizione, ma i primi feedback suggeriscono che la Galeries Lafayette potrebbe cavalcare un'onda significativa. L'obiettivo è quello di raggiungere i consumatori più giovani de eco-consapevoli dice Alix Morabito, direttore dei progetti speciali, il quale afferma che è "un'opportunità per lavorare con nuovi attori e le loro comunità per creare un ecosistema globale".

E l’Italia in tutto ciò? Rimane sicuramente uno dei Paesi più virtuosi, come emerge anche dagli osservatori nazionali che confermano la sua posizione primeggiante. Questo primato deve però essere consolidato da politiche forti. Come questo esempio francese di legge sull’anti-spreco, che auspichiamo presto di vedere anche nel Belpaese.